La psicoterapia ipnotica, un accenno per iniziare...
Scritto da Marco Mozzoni
Sabato 13 Aprile 2013 09:46 - Ultimo aggiornamento Sabato 13 Aprile 2013 10:31
Se vi state arrovellando su un problema e non riuscite ad uscirne, mettetevi pure l'animo in
pace, perché così non ne uscirete per niente. Spesso parte un loop mentale e più si pensa
meno si trovano soluzioni. L'ansia aumenta, riducendo man mano il raggio d'azione, fino alla
replica di uno schema inutile e disfunzionale. Che fare? Time out. Un tempo i vecchi dicevano
che la notte porta consiglio...
“L'anima è la sorgente, l'immaginazione lo strumento,
il corpo il materiale plastico” (Paracelso)
“Hypnosis is a labor of love” (R. Shor)
In occasione del “ Forum della psicoterapia ” in corso a Milano, organizzato dall'Ordine degli
Psicologi della Lombardia (Opl), alla sua seconda edizione, BrainFactor programma da oggi e
per i prossimi mesi una serie di articoli di approfondimento firmati da autorevoli esperti per fare
il punto sullo stato dell'arte delle “nuove vie dell'ipnosi”, che verranno raccolti in un monografico
di BrainFactor Journal (Bfj) indicizzato nella Directory of Open Access Journals (Doaj) dedicato
alla “Ipnosi integrazionale”, con uscita prevista a ottobre. Il presente contributo ha lo scopo di
accompagnare il lettore per mano in una prima scoperta di questa forma ancestrale di
autoguarigione che oggi trova conferma di efficacia clinica sulla base di una sempre maggiore
evidenza neuroscientifica.
“Consideriamo l'ipnoterapia un processo mediante il quale aiutiamo le persone a utilizzare le
loro associazioni mentali, ricordi e potenzialità vitali per raggiungere il proprio scopo
terapeutico. La suggestione ipnotica può facilitare l'utilizzazione di capacità e potenzialità che
esistono già in una persona ma che rimangono inutilizzate o sottosviluppate per mancanza di
esercizio o perché non comprese. L'ipnoterapeuta esamina attentamente l'individualità del
paziente per accertare, tra ciò che questi ha appreso dalla vita, quali esperienze e abilità
mentali sono disponibili per affrontare il problema. Il terapeuta quindi facilita un approccio
all'esperienza della trance in cui il paziente può utilizzare queste risposte assolutamente
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personali per raggiungere fini terapeutici”. Questo scriveva Milton H. Erickson nel lontano 1979
in “Hypnotherapy”, forse una delle raccolte più riuscite. In queste poche righe riteniamo si possa
concentrare il senso di un approccio fondato sul rispetto della persona nella sua complessità e
sulla certezza che le risorse di guarigione vadano ricercate (e stimolate in una relazione
empatica speciale) in questa stessa persona.
Il richiamo evidente, anche se non esplicito, è a quell'arte maieutica di Socrate, che poneva
domande semplici ma non banali e formulate in un particolar linguaggio per portare l'allievo per
gradi a “scoprire da sé la verità”, proprio come la levatrice appunto, attraverso l'agevolazione di
un depotenziamento delle strutture di riferimento abituali (mediante paradossi, confusione e
altro) verso l'emergenza di nuove prospettive di senso, come per incanto da “ritrovarsi” nel
proprio animo e non instillabili da terzo estraneo, dal di fuori, pena l'inefficacia terapeutica. Il
segreto dell'ipnosi, in fondo, è tutto qui... Nel dare alla persona la possibilità di fare, nei modi e
nei tempi a lei più congeniali, quello che risulta utile e funzionale a lei stessa, con il minimo
"suggerimento" (fin dove è possibile), per superare una situazione di crisi in quel particolare
momento dell'arco vitale e con l'obiettivo della totale autonomia di scelta e giudizio sul proprio
futuro possibile, ancora tutto da scrivere.
Oggi parliamo un linguaggio diverso e potremmo dire che “l'ipnosi in sé non è un trattamento,
ma uno stato mentale che può facilitare un'ampia varietà di strategie di trattamento”, una sorta
di “percorso formativo all'utilizzo efficace delle proprie abilità ipnotiche a fine terapeutico”. In tale
contesto, non servono più di tanto tecniche formali, perché ogni terapeuta esperto potrebbe
operare in qualsiasi momento adottando un “approccio ipnotico” alla relazione con la persona
che a lui si rivolge in cerca di aiuto. Studi recenti hanno dimostrato che l'ipnosi non è da
considerarsi semplicisticamente un “placebo”: nel contesto del dolore, ad esempio, il naloxone
(un antagonista morfinico) riesce a bloccare l'effetto placebo ma non l'effetto analgesico
dell'ipnosi. Studi di elettroencefalografia (EEG) mostrano uno spostamento dell'attività cerebrale
predominante dalle regioni frontali dell'emisfero sinistro alle regioni posteriori dell'emisfero
destro e un indebolimento del pattern di sincronizzazione generale di attività delle diverse aree
corticali dello stato di veglia.
In particolare, il fenomeno ipnotico si manifesta – nel “linguaggio” della moderna neuroscienza –
quando si registra una riduzione dell'attività inibitoria della corteccia del giro del cingolo
anteriore (ACC) sulle azioni autoiniziate (es. parlare) o sulle sensazioni prevedibili, rendendo
possibile il fenomeno allucinatorio (es. “sentire le voci”) o la sensazione che le proprie azioni
non abbiano controllo volontario (es. la classica levitazione della mano o più in generale i c.d.
“segnali ideomotori”). La distorsione temporale sotto ipnosi dipenderebbe inoltre da una
variazione funzionale del nostro “orologio interno”, localizzato nella corteccia prefrontale
dorsolaterale dell'emisfero destro (rDLPFC).
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Interessante notare che oggi sentiamo di avere bisogno di macchine (fMRI, EEG ecc.) per
“certificare” in qualche modo i nostri stati intimi, quasi non ci fidassimo più dei feedback naturali
che costantemente ci fornisce il nostro organismo, cioè non ci fidassimo più di noi stessi, o del
nostro terapeuta... Un vero e proprio paradosso nel caso del lavoro ipnotico, basato
sull'instaurarsi di quello che viene chiamato “rapport”, ossia una particolare relazione empatica
fra operatore e soggetto. Ma tant'è. Se accettiamo fino in fondo gli insegnamenti ericksoniani
sappiamo che dobbiamo pur sempre e in qualsiasi caso adattarci al nostro nuovo paziente, che
oggi ci chiede prove e dimostrazioni “concrete”: pur sempre mappe, ma aggiornate allo spirito
del tempo.
Mediante ipnosi, grazie alla sua capacità di lavorare in maniera sistematica sulla frequenza
dell'inconscio (un inconscio non freudianamente inteso, va sottolineato, cioè non “pattumiera”
bensì prezioso magazzino di risorse utili e “luogo” metaforico dell'elaborazione cerebrale non
consapevole – che impegnerebbe fino al 90% delle nostre attività mentali, secondo i più
accreditati testi di fisiologia umana) possiamo intervenire efficacemente sulla risposta allo
stress, sulla gestione dell'ansia, sull'insonnia, sul dolore acuto e cronico, sulle memorie
traumatiche, sui sintomi psicosomatici, sui disturbi del comportamento (“cattive abitudini” nel
senso di schemi comportamentali disfunzionali), sui cambiamenti auspicati degli stili di vita...
Ma anche sullo sviluppo personale, in termini di potenziamento della motivazione, della
definizione di obiettivi personali autenticamente appaganti, del controllo degli stati emotivi e
delle strategie di fronteggiamento di situazioni difficili. Infine – sul versante più prettamente
medico – la ricerca conferma che con l'ipnosi possiamo agire efficacemente anche sul controllo
dell'ipertensione, sulla risposta immunitaria, sui cicli ormonali e altre condizioni che vedono nel
“rapporto mente corpo” la chiave di volta della sofferenza lamentata dal paziente. Nella
comunicazione (nel marketing, nella pubblicità, nel business...) infine l'ipnosi è regina:
qualcuno, in tempi non sospetti, ha riconosciuto ampiamente che “la comunicazione efficace è
una comunicazione ipnotica”.
Numerosi dunque gli ambiti di applicazione (clinica ma non solo, come abbiamo accennato e
vedremo nello specifico con i diversi approfondimenti che seguiranno) dell'ipnosi e le tecniche
di induzione dello stato di “trance”, questa particolare dimensione di coscienza che facilita
l'accesso all'inconscio e preserva quel tanto di coscienza che basta per conservare e
potenziare l'integrazione delle parti. L'importante, come sottolinea a ragione qualsiasi manuale
serio che tratti l'argomento, è che solo un uso responsabile ne stabilisce i limiti all'interno della
professionale competenza clinica di ciascuno, acquisita con una formazione specifica certificata
dalle competenti autorità: in quanto strumento terapeutico potente, deve essere usato soltanto
da professionisti abilitati – di base, medici e psicologi in Italia – già saldi e “finiti” nel proprio
ambito clinico disciplinare e che abbiano acquisito una ulteriore formazione specialistica
accreditata.
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Marco Mozzon
LETTO ARMONICO 432 HZ: un “reset”
psico-emozionale
Presso lo
studio di via Clementi 5 a
Monza e’ disponibile un nuovo strumento
terapeutico, il letto armonico. Il
letto armonico ha una cassa di risonanza che permette la trasmissione delle
vibrazioni delle 60 corde poste sotto la sua base, che vengono suonate dal
terapeuta. Attraverso le sue vibrazioni
effettua una stimolazione su diversi piani: fisico e mentale, rilassando e
massaggiando il corpo dall’”interno”, provocando una vibrazione intensa e riequilibratrice
delle molecole d’acqua contenute nel nostro organismo creando uno stato di quiete e di pace. Questo
stato , gia’ efficace di per se stesso, puo’ essere altresi’ utilizzato per
favorire lo stato di trance all’interno del quale le suggestioni positive
vengono facilmente accettate e
integrate.
Secondo la
Medicina Tradizionale Cinese(MTC) e la
teoria dei 5 elementi (terra,metallo,legno,fuoco,acqua)ogni loggia energetica
ha delle corrispondenze ben precise per quanto riguarda le stagioni, una coppia
organo/viscere, un colore, un emozione, una articolazione, un gruppo di
denti, ecc. Tra tutte queste corrispondenze ne esistono anche con le note
musicali.
“Nella Cina antica la musica era considerata
l’immagine dell’ordine universale. La musica e’ interpretata come l’armonia del
cielo(principio yang, maschile) e
della terra(principio yin, femminile)
e appartiene a regni spirituali piu’ elevati.La natura ciclica dell’universo e
l’interazione yin/yang stanno alla
base della teoria musicale cinese.Gia’ nel terzo secolo a.c. la musica veniva
messa in relazione con l’ordine universale ed esisteva una teoria che disponeva
le note in una scala calcolata aritmeticamente sulla base dell’altezza
fondamentale di un flauto,in accordo con le forse dell’universo.La storia
cinese narra che uno dei primi ordini impartiti
da un nuovo imperatore era la convocazione di musicisti e astronomi per
ricalcolare l’altezza ( la nota) dei flauti imperiali in modo che tutta la
musica eseguita durante il suo regno fosse in accordo con gli elementi della
natura,, della terra e dei cieli, e che quindi garantisse la pace e l’armonia.
Si riteneva infatti che il suono avesse il potere di influenzare gli animi, nel
bene e nel male.. In questo contesto l’udito veniva quindi considerato
strumento di perfezione e mezzo piu’ rapido di illuminazione.”(Musica per
guarire,Randall Mc Clellan ed Muzzio)
Nella numerologia tradizionale cinese DUE e’ la
terra (yin) e TRE e’ il cielo(yang),e l’intervallo di QUINTA e’ percio’ quello
che combina perfettamente Terra e Cielo, yin e yang.
Le note
corrispondenti alle diverse logge energetiche e quindi alle diverse coppie
organo/viscere ,alla diversa emozione ,ecc, restano,traducendo il nome cinese
,le seguenti:
ELEMENTO ORG/VISCERE STATO INTERNO NOTA
Terra Stomaco/milza/ Ossessione,pensieri
D(re)
pancreas ricorrenti
Metallo Polmone/int. Tristezza E(mi)
crasso
Legno Fegato/vescica Ira, Rabbia F(fa)
biliare
Fuoco Cuore/ Gioia,alti e bassi A(la)
intestino tenue emotivi
Acqua Rene/vescica Paura B(si)
Considerando ciascuna altezza come un tono
nuovo,si ottengono i 5 modi musicali
principali,ognuno dei quali corrisponde
ad una delle 5 stagioni (Centro, Autunno, Primavera, Estate, Inverno).
Esistevano ,come si puo’ intuire quindi melodie
per ogni stagione e per ogni mese dell’anno
Questi cinque modi (Kung, Shang, Chio, Chin e Yu)
della musica antica Cinese aiutano a portare una maggior efficienza al
funzionamento degli organi. Questi facilitano la circolazione regolare del
"Qi" ovvero della "Forza vitale" nel corpo. Le frequenze
risonanti dei cinque toni stimolano il flusso e la circolazione del
"Qi" nelle varie parti del corpo corrispondenti a quella loggia
energetica.
Composizioni che fanno uso dei cinque toni sono disponibili sul mercato anche oggi e le case discografiche che producono questa musica puntano molto sugli aspetti benefici di questo tipo di musica. Un'intera industria è scaturita da questa filosofia. Gli antichi Cinesi ci insegnano quindi che la musica può essere utilizzata per intervenire direttamente sul corpo per aiutare a regolare il funzionamento dei vari organi e ripristinare l'equilibrio biologico.
Composizioni che fanno uso dei cinque toni sono disponibili sul mercato anche oggi e le case discografiche che producono questa musica puntano molto sugli aspetti benefici di questo tipo di musica. Un'intera industria è scaturita da questa filosofia. Gli antichi Cinesi ci insegnano quindi che la musica può essere utilizzata per intervenire direttamente sul corpo per aiutare a regolare il funzionamento dei vari organi e ripristinare l'equilibrio biologico.
Il letto
armonico ha 60 corde, la maggior parte delle quali e’ accordata in C(do, a
256 hz)), e alcune in G(sol a 384 hz)),
dando origine cosi’ ad un intervallo di quinta, tanto cara al medico
antroposofo, Rudolf Steiner . Il
terapeuta puo’ quindi,mentre suona il lettino, intonare la nota o una melodia
che vibri attorno alla nota corrispondente all’organo/viscere che si vuole
rivitalizzare o stimolare. Il sistema di accordatura utilizzato e’ quello del
A 432 HZ
Il letto armonico e’
stato costruito da: http://www.colzaniharpsichords.com
Per info sul significato e gli effetti
dell’accordatura a 432 hz consulta http://www.432hertzlarivoluzionemusicale.com/home.html
Per info
sul significato e sugli effetti dell’intervallo di quinta giusta secondo
Rudolf Steiner, consulta
http://www.facebook.com/notes/la-scienza-dello-spirito/rudolf-steiner-musica-e-coscienza/309227975787219
Via la paura con la trance
Il metodo ericksoniano innalza la soglia del dolore
di Elena Correggi
Combattere ansia, fobie e diminuire la percezione del dolore grazie alle energie riposte nella mente. Una possibilità offerta dall'ipnosi e in particolare dal metodo ericksoniano, che rivela i suoi benefici in molteplici campi. «A differenza dell'ipnosi tradizionale, nella quale l'ipnotista si trova in posizione dominante rispetto al paziente, condotto a uno stato di trance profonda, l'approccio ericksoniano valorizza la libertà del soggetto e gli fornisce gli input e gli strumenti necessari per partecipare attivamente al raggiungimento dell'obiettivo», ha spiegato Giancarlo Di Bartolomeo, odontoiatra e psicoterapeuta di Torino, direttore della sede italiana del Milton Erickson Institute.
Un interessante ambito di applicazione è quello odontoiatrico, nel quale l'ipnosi viene utilizzata per sconfiggere la paura del trapano, favorire il rilassamento del paziente e facilitare quindi il lavoro del dentista. «Di solito il dolore atteso, anche per effetto di racconti altrui o di traumi precedenti, è maggiore di quello che effettivamente si percepirà», ha proseguito Di Bartolomeo, «questa condizione di tensione abbassa però la soglia del dolore e amplifica il successivo ricordo di disagio rispetto al normale. Per diminuire il dolore atteso e percepito utilizziamo quindi la metodica induttivo conversazionale, che si avvale sia del linguaggio verbale sia di quello non verbale, e portiamo il soggetto a una condizione di trance superficiale. In questo stato il paziente vede ridurre l'ansia e lo stress». L'esercizio può richiedere 10-15 minuti per la prima seduta ma si scende a 1-2 minuti per i pazienti già allenati. Ciò consente di evitare la somministrazione dell'anestetico, con vantaggi evidenti soprattutto in soggetti ipertesi, diabetici o con problemi di allergia. Risultati particolarmente buoni sono ottenuti con i bambini che, grazie alla loro immediata capacità di lavorare con la fantasia, si immergono facilmente nella trance superficiale diventando più collaborativi.
Più in generale nel lavoro su ansia, stress e depressione l'ipnosi ericksoniana agisce per trovare le cause primarie scatenanti e, senza eliminare il ricordo di esse, interviene chiedendo all'inconscio di modificare l'approccio emotivo. In tal modo si riesce a rielaborare la situazione problematica originaria, aggirando le resistenze razionali normalmente attive quando invece si è in uno stato di piena coscienza. «Nell'ambito della gestione del dolore il metodo ericksoniano è applicato con buoni risultati anche alla preparazione del parto attraverso due distinte tipologie di autoipnosi», ha concluso Di Bartolomeo. Un primo approccio è finalizzato a disporre degli strumenti per aumentare la concentrazione, il controllo sul proprio corpo e ridurre il dolore. Nel secondo approccio di autoipnosi si lavora soprattutto sulle emozioni, per trasformare la fase dell'attesa da una condizione di ansia per la paura del dolore a una condizione di accettazione del proprio stato, finalizzato all'accoglimento del neonato. (riproduzione riservata)
Paura del dentista? Arriva l'ipnosi
Una cura dei denti più soft prendendo in prestito le tecniche della psicoterapia
11:37 - “Guardami, guardami!” Dici ipnosi e molti pensano alle performance televisive di Giucas Casella. Ma nessuna confessione intima né mani intrecciate sopra la testa. Le tecniche ipnotiche potrebbero rivelarsi, infatti, un valido supporto nella cura dei denti. Molti cercano di trovare mille scuse per evitare di sedersi sulla poltroncina delcavadenti a causa della paura. Anche se tutti sanno che è necessario tenere sotto controllo la propria salute tramite visite periodiche dal dentista. Così in troppi scelgono di curare i denti solo quando è troppo tardi aggravando la propria condizione. Dal bisogno di superare questo blocco psicologico, è nata l'idea di alcuni medici: abbinare tecniche mutuate dalla psicoterapia per rendere più soft l'impatto con l'odontoiatria.
Nello studio del dentista, l'ipnosi può ridurre ansia, paura e percezione del dolore, facilitando il lavoro dell'odontoiatra e favorendo una migliore adesione dei cittadini ai controlli regolari raccomandati dagli esperti. A proporre i benefici della metodica sono gli specialisti di ipnosi del M. Erickson Institute di Torino, che dall'8 al 10 novembre a Bologna parteciperanno al Congresso della Società italiana di endodonzia.
Nello studio del dentista, l'ipnosi può ridurre ansia, paura e percezione del dolore, facilitando il lavoro dell'odontoiatra e favorendo una migliore adesione dei cittadini ai controlli regolari raccomandati dagli esperti. A proporre i benefici della metodica sono gli specialisti di ipnosi del M. Erickson Institute di Torino, che dall'8 al 10 novembre a Bologna parteciperanno al Congresso della Società italiana di endodonzia.
La metodica conversazionale
Il 75 per cento dei pazienti sulla poltrona del dentista è spaventato, sottolineano i professionisti dell'ipnosi ericksoniana. Ma grazie all'ipnosi il rapporto con l'odontoiatra può cambiare.Giancarlo Di Bartolomeo, odontoiatra, psicoterapeuta e direttore del M. Erickson Institute spiega: "Utilizziamo principalmente la metodica conversazionale che si avvale del linguaggio verbale e non verbale, e porta il paziente a una trance normalmente superficiale, ma già più che sufficiente per svolgere il lavoro. Metodica nella quale viene mantenuto un dialogo tra l'odontoiatra e il paziente. Il paziente è quindi sempre cosciente, vigile e in grado di rispondere prontamente all'odontoiatra. Viene semplicemente guidato in uno stato di rilassamento tale da rendere notevolmente più agevole e proficuo il lavoro nel cavo orale".
Utile anche al dentista
In un trattamento temuto come la terapia canalare, per esempio, l'ipnosi promette di "abbreviare i tempi di lavoro e diminuire sensibilmente l'aspettativa e la percezione del dolore".Ma gli specialisti prospettano vantaggi anche per l'odontoiatra, che "riuscirà a completare in minor tempo attività terapeutiche impegnative e infine, grazie all'autoipnosi, avrà capacità di recupero elevate per poter svolgere al meglio delle proprie capacità il lavoro di endodonzia".
Il dentista non è più un problema con l'ipnosi...
Uno studio italiano realizzato dal Prof. Enrico Facco e dai colleghi dell'Università di Padova ha dimostrato in ambito odontoiatrico che con l'ipnosi è possibile ottenere un innalzamento della soglia del dolore al punto da produrre in gran parte dei pazienti una “analgesia ipnotica focalizzata”. Lo studio è stato pubblicato in questi giorni su International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis.
Nel corso dell'esperimento sono state misurate con una apparecchiatura chiamata “pulp tester” le soglie di dolore localizzato ai primi premolari di destra e di sinistra dei partecipanti, prima, durante e dopo la procedura ipnotica. Risultato: 14 soggetti (45,2% del totale) su 31 hanno sviluppato una completa "analgesia ipnotica focalizzata" non percependo alcun dolore alla massima stimolazione dolorifica somministrata, 6 soggetti (19,3%) hanno sviluppato una analgesia parziale, mentre nei restanti 11 soggetti (35,5%) si è osservato solo un modesto aumento della soglia del dolore.
L'induzione ipnotica è iniziata con suggestioni verbali tradizionali di rilassamento e benessere, pesantezza delle palpebre, regolarizzazione del ritmo della respirazione: una volta chiusi gli occhi, i partecipanti sono stati invitati a concentrarsi sul loro proprio corpo, con suggestioni di pesantezza e rilassamento muscolare progressivo. Il raggiungimento dello stato desiderato è stato verificato con l'osservazione dei segnali corporei e comportamentali dei soggetti quali il rilassamento dei muscoli del viso, il leggero abbassamento della mandibola, il rallentamento della respirazione e altri indicatori tipici. La voce di un ipnotista esperto ha poi guidato i partecipanti all'esperimento nella focalizzazione dell'attenzione su una singola idea (“monoideismo”, in gergo tecnico), per facilitare l'esclusione dalla coscienza degli stimoli di disturbo, esterni o interni che fossero.
L'analgesia ipnotica focalizzata (HFA) è stata ottenuta con una “induzione” di anestesia locale dell'arco mandibolare destro mediante suggestioni verbali di blocco nervoso localizzato e di azzeramento delle sensazioni relative alla parte interessata (“neglect”), oltre a specifiche manipolazioni da parte del ricercatore. Durante l'esperimento l'ipnotizzatore ha fornito suggestioni verbali di visualizzazione (nuotare in un mare tropicale ed esplorare il fondale marino) e suggestioni “postipnotiche” di analgesia residuale, proprio come accade quando il paziente viene trattato con un farmaco.
“I nostri dati dimostrano che l'ipnosi è uno strumento potente, capace di modulare il dolore al trigemino e migliorare la qualità di cura in odontoiatria; nuovi studi sulla reazione somatica e sullo stress indotto dalla stimolazione della polpa dentale sono attualmente in corso; se l'ipnosi sarà in grado di bloccare l'elaborazione dei segnali di dolore a livello cerebrale e proteggere i pazienti dallo stress chirurgico, invece di dissociare semplicemente il dolore dalla sua percezione, dovrà essere considerata un agente analgesico a tutti gli effetti, al pari della sedazione farmacologica”, sottolineano i ricercatori di Padova.
Reference:
Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 12 Ottobre 201Salerno: Prima Seduta Internazionale d’Ipnosi Terapeutica
Di recente, presso l’Università degli Studi di Salerno, è stata eseguita la prima ricerca mondiale sull’efficacia dell’ipnosi terapeutica per la cura biopsicologica di malattie croniche psicosomatiche.
Il prof. Mauro Cozzolino, docente di Psicologia Generale della facoltà di Scienze della Formazione, ha dato vita ad un gruppo interdisciplinare di ricerca, l’International Research Group on Psychosocial Genomic, che ha quale impianto teorico, la filosofia metodologica di Ernest Lawrence Rossi.
Questa prima sperimentazione internazionale ha fornito una cospicua documentazione scientifica. L’obiettivo della ricerca è insito nella dimostrazione empirica dell’utilità scientifica del Metodo E. L. Rossi: La possibilità di attivare un dialogo creativo con i nostri geni in grado di curare in modo integrato mente e corpo.
Il metodo è caratterizzato da tre fasi salienti: nella prima sono stati effettuati esami del dna su diversi pazienti, in seguito questi sono stati sottoposti a ipnosi terapeutica ed infine nuovi prelievi di sangue al fin di effettuare un’indagine comparativa con i precedenti, dunque prima dell’ipnosi.I risultati dell’esperimento sono stati più che soddisfacenti. Secondo i ricercatori, in futuro, malattie come il morbo di Crohn, artrite reumatoide e fibromialgia, potranno essere curate con il metodo dell’ipnosi terapeutica.
Al di là di questo, però, restano ancora molti dubbi intorno a questa pratica “esoterica”. Dubbi, talvolta, alimentati dalla superstizione, che dividono lo stesso movimento scientifico.Dunque, che cos’è l’ipnosi? Magia, scienza, arte?Di sicuro è una pratica molto antica, tanto da essere impiegata già dagli antichi egizi. Tuttavia, per molti è ancora un mistero; un enigma senza fine che alimenta fantasiose congetture. Secondo Franco Granone, studioso di fama internazionale, l’ipnosi va intesa come un utilizzo creativo di potenzialità inconsce, secondo la volontà del soggetto d’autorealizzarsi in una maniera determinata, in campo psichico o somato-viscerale.
In sostanza, si tratta di un particolare stato di coscienza, in parte accessibile a tutti, nel quale si possono verificare trasformazioni viscerali, somatiche, psichiche e neurologiche, attraverso monoideismi plastici, etero o autoindotti.
L’ipnosi non va confusa con il sonno né con la trance. Durante lo stato di trance, infatti, si espleta una dissociazione dell’Io, quindi la sua retrogradazione ad uno stadio ancestrale, monadale nel quale, a differenza dell’ipnosi, non vi sono idee né suggestioni emozionali capaci di modificare il comportamento e le funzioni organiche umane.
Chi pratica l’ipnosi-terapia, protende ad esaltare le potenzialità creative insite nell’emisfero destro del soggetto. Tuttavia, le statistiche dimostrano che le capacità difensive e razionali della parte sinistra dell’emisfero cerebrale non vengono, del tutto, annichilite.
Antonio Migliorino
COS'E' L'IPNOSI ERICKSONIANA
L'ipnosi Ericksoniana e' un modello terapeutico nato dallo studio delle modalita' di approcio al paziente del grande psichiatra Milton Erickson. Alcuni dei suoi diretti allievi,come Jay Haley, Ernest L. Rossi, Jeffrey K. Zeig, Richard Bandler e Jhon Grinder, hanno studiato e reso trasferibili le sue peculiari e magicamente efficaci modalita' di relazione e modelli di intervento.
Analizzando l'opera di Milton Erickson si comprende che l' ipnosi attende solo chi sappia usarla con fantasia,creativita' e senza pregiudizi, e diventa cisi' un valido aiuto nell' indagine dei fenomeni psichici e nelle applicazioni terapeutiche.L'ipnosi Erikcsoniana e' essenzialmente una comunicazione di idee effettuate in forma tale, da rendere chi ascolta estremamente ricettivo a cio' che gli si presenta. Lo si motiva quindi, a scoprire le potenzialita' del suo corpo e della sua mente per aiutarlo ad ottenere un controllo delle sue risposte e dei suoi comèportamenti sia a livello psichico che fisiologico.
In sostanza, l' Ipnosi Ericksoniana e' una splendida metodologia per far accedere l' Altro ad una quantita' impensata di risorse positive che si considerano essere gia' presenti in lui.
All' interno di questo modo di considerare l' ipnosi non esiste condizionamento,ma solo l' acquisizione da parte del professionista di abilita' atte a preparare nei pazienti il terrreno adatto all' inseminazione di proposte di cambiamento,di motivazione o di superamento di limiti specifici.
Si puo' facilmente comprendere ,quindi,come l' apprendimento di questa metodologia rivesta estrema importanza nell' ambito odontoiatrico.
L' odontoiatra non deve mai dimenticare che ha a che fare con esseri umani dei quali e' tenuto a rispettare,comprendere , e , grazie all' ipnosi Ericksoniana ,anche a trattare, ansie , paure, fobie, tensioni e somatizzazioni.
Preprio per questo l' apprendimento dell' ipnosi Ericksoniana non si ferma all' acquisizione di tecniche che inducono una trance profonda tale da consentire il trattamento di disturbi psicosomatici .Il lavoro di formazione del l' ipnotista ericksoniano comprende anche l' acquisizione di strumenti atti all' ottimizzazione delle abilita' tecniche del professionista stesso, della gestione delle sue emozioni e tensioni, sia in relazione ai pazienti, sia al personale paramedico, che ai colleghi, nonche' della capacita' di porsi e realizzare obiettivi in ambito lavorativo e privato.
Pnl e councelling
Pnl e councelling
La PNL nasce all'inizio degli anni settanta da una brillante ricerca di R.Bandler e J.Grinder volta a sistematizzare un modello di cominicazione efficace ed eccellente.
La PNL e' ilprodotto di una geniale sintesi di contributi tratti dalla psicoterpia,dalla cibernetica,dalla neurologia e dalla teoria dei sistemi.E' diventata la disciplina che studia oltre che la comunicazione interpersonale,la struttura dell'esperienza soggettiva.
Il procedimento adottato da Bandler e Grinder fu quello che loro stessi definirono di "modellamento": attra- verso un'attenta osservazione dei terapeuti piu' efficaci essi misero in evidenza i loro modelli di linguaggio verbale e non verbale riconoscendo alla loro base dei processi comuni e insospettatamente simili.Gradualmente arrivarono a porsi alcuni quesiti fondamentali le cui risposte divennero i paradigmi di tutto il loro modello:
"I processi mentali possono essere ricondotti ad alcune operazioni fondamentali messe in sequenza in vista di un certo risultato?"
Se si,"e' possibile ricostruire questi programmi e addirittura trasferirli da un soggetto ad un altro,da una situazione ad un'altra?"
E ancora,"e' possibile intervenire nel vivo di questi programmi per poterli modificare a vantaggio delle persone?" A tutte queste domande Bandler e Grinder hanno risposto affermativamente ela PNL e' diventata un modello esplicito (cioe' insegnabile) ed efficace dell'esperienza e della comunicazione umana.
Utilizzando i suoi principi e' possibile descrivere qualsiasi comportamento in modo sintetico e al tempo stesso dettagliato e cio' permette di indurre rapidamente trasformazioni profonde e durevoli sia nel singolo individuo che nel interazione tra due o piu' individui.
La PNL e' ilprodotto di una geniale sintesi di contributi tratti dalla psicoterpia,dalla cibernetica,dalla neurologia e dalla teoria dei sistemi.E' diventata la disciplina che studia oltre che la comunicazione interpersonale,la struttura dell'esperienza soggettiva.
Il procedimento adottato da Bandler e Grinder fu quello che loro stessi definirono di "modellamento": attra- verso un'attenta osservazione dei terapeuti piu' efficaci essi misero in evidenza i loro modelli di linguaggio verbale e non verbale riconoscendo alla loro base dei processi comuni e insospettatamente simili.Gradualmente arrivarono a porsi alcuni quesiti fondamentali le cui risposte divennero i paradigmi di tutto il loro modello:
"I processi mentali possono essere ricondotti ad alcune operazioni fondamentali messe in sequenza in vista di un certo risultato?"
Se si,"e' possibile ricostruire questi programmi e addirittura trasferirli da un soggetto ad un altro,da una situazione ad un'altra?"
E ancora,"e' possibile intervenire nel vivo di questi programmi per poterli modificare a vantaggio delle persone?" A tutte queste domande Bandler e Grinder hanno risposto affermativamente e
Utilizzando i suoi principi e' possibile descrivere qualsiasi comportamento in modo sintetico e al tempo stesso dettagliato e cio' permette di indurre rapidamente trasformazioni profonde e durevoli sia nel singolo individuo che nel interazione tra due o piu' individui.